2009_12_21 Si conclude il ciclo Brahms a Pavia

Lunedì 21 dicembre 2009, ore 21
Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro - Pavia
Ciclo di concerti dedicato a  Johannes Brahms
I  Solisti di Pavia
Direttore Enrico Dindo
Johannes Brahms
Sestetto per archi in Si bemolle maggiore op. 18
Sestetto per archi in Sol maggiore op. 36.
Musicisti: Marco Rogliano violino, Ilaria Cusano violino, Danilo Rossi viola, Adriana Tataru viola, Enrico Dindo violoncello, Jacopo Di Tonno violoncello.
ACQUISTO BIGLIETTI
Biglietteria del Teatro Fraschini, da lunedì a sabato, orari: dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19.
Biglietti: intero 16,00 euro/ ridotto giovani 10,00 euro
La biglietteria del Teatro Fraschini apre anche un'ora prima di ogni spettacolo
Informazioni Tel. 0382/371214
 
Seguono note a cura di Mariateresa Dellaborra
 
I sestetti op. 18 e op. 36 presentano caratteristiche molto simili relativamente al tono generale e al modo in cui l'autore, Johannes Brahms, tratta il gruppo dei sei strumenti ad arco. Quattro anni li separano (1860 e 1864 sono rispettivamente i due momenti della creazione) ma nella mente del compositore c'è il desiderio di creare una continuità. Pur con tratti comuni, tuttavia, le due opere ebbero ricezioni diverse: mentre l'op. 18 raggiunse immediatamente celebrità e diffusione, piacque per la freschezza, la soave atmosfera poetica, l'andamento leggero, l'ingenuità e fu paragonata alle più belle composizioni di Mozart per fluidità d'ispirazione e perfezione della forma, l'op. 36 fu accolta con perplessità dal pubblico e la critica si espresse concordemente sottolineando che si trattava di una composizione artificiosa, eccessivamente cerebrale, la cui raffinatezza polifonica era troppo sottile per essere compresa da chiunque alla prima audizione. Brahms rimase indifferente agli uni e agli altri giudizi, convinto di aver creato due pagine davvero significative per quell'organico.
 
Il sestetto op. 18 ...
... è un'opera dal tono classico nella quale l'originalità brahmsiana è commista a evidenti influenze di Haydn, Mozart e Beethoven. Il tono risente ancora dello spirito nordico, che permea molti pezzi dell'autore, ma non è cupo, bensì dolce e fantasioso tanto da procurare alla composizione la denominazione di Frühlingsextett (sestetto di primavera). Gli elementi di novità e di originalità risiedono soprattutto nel modo in cui il musicista adopera i sei strumenti, combinandoli, contrapponendoli in modo vario e conferendo al tutto spessore e pastosità. Sulla base di queste "associazioni", il sestetto può essere suddiviso in tre sezioni: due strumenti che si oppongono o si aggregano; un quartetto (formato dai due violoncelli e dalle due viole) che si alterna a un trio costituito da due violini e una delle viole; frequenti raddoppi di uno strumento acuto con il basso.
- primo movimento - Allegro non troppo
Ampiamente sviluppato in forma sonata, presenta tre temi: i primi due melodici, appassionatamente lirici, il terzo più ritmico.
- secondo tempo - Andante ma moderato
Comprende un tema e sei variazioni. Il tema è originale, ma ha tutti i caratteri di un canto tradizionale, una sorta di marcia nobile, ma appassionata. Le sei variazioni successive sono sviluppate secondo un procedimento classico.
- terzo movimento - Scherzo-Allegro
Molto di taglio tradizionale.
- quarto movimento, finale Poco allegretto e grazioso
E' in forma di rondò-sonata fondato su quattro sezioni l'ultima delle quali è seguita da una gioiosa coda che si anima gradualmente.

Il sestetto op. 36 ....
.... è ispirato al ricordo di Agathe von Siebold amata da Brahms diversi anni prima il 1864. L'omaggio è reso attraverso l'inserimento del nome dell'amata nel primo tempo della composizione. Le sillabe di Agathe, con una leggera forzatura nell'ortografia, vengono infatti fatte corrispondere alle note (aga(t)he = la, sol, la si, mi) che costituiscono il secondo tema. Per questo motivo il sestetto è conosciuto anche con la sottotitolazione di Agathesextett. Se il carattere generale, i principi compositivi e il modo in cui Brahms tratta il gruppo dei sei strumenti ad arco sono sostanzialmente identici all'op. 18, l'op. 36 propone un tipo di elaborazione ben più complessa e una scrittura contrappuntistica difficile. Nel suo insieme l'opera è di carattere pastorale.
- primo movimento - Allegro non troppo
Ha più degli altri un tono agreste calato in un'atmosfera dolcemente elegiaca. In forma sonata ampiamente sviluppata, propone due temi ben definiti e contrastanti, il secondo dei quali è quello di Agathe.
- secondo movimento - Scherzo-Allegro
Si distacca dal clima dello scherzo, mantenendone solo nome e forma, ed esaltando semmai una natura essenzialmente melodica e lirica, priva dell'incisività ritmica caratteristica.
- terzo movimento - Poco adagio
che diventa Più animato poi di nuovo Adagio, nasconde la forma di tema con variazioni.
- quarto movimento, finale - Poco allegro
è essenzialmente ritmico e risente fortemente del gusto per la danza.
 

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