2010_04_25 Monteverdi in simbiosi con la Santa Messa

Domenica 25 aprile 2010, ore 17.15
 
DUE ORGANI IN CONCERTO - XI edizione
Basilica di Santa Maria della Passione
via Conservatorio 16, Milano
Missa Solemnis
Nel corso della celebrazione della S. Messa
 
Claudio Monteverdi
Messa a quattro voci da cappella dalla "Selva morale e spirituale"
 
Coro Sicardo di Cremona

Cantori Gregoriani

Fulvio Rampi, maestro del coro

Roberto Chiozza, organo
Ingresso libero
 
PROGRAMMA
 
Introito Misericordia Domini schola
Claudio Monteverdi - Messa a Quattro voci da cappella coro(dalla "Selva morale e spirituale")
Kyrie
Gloria
Alleluia Redemptionem misit Dominus  schola
Offertorio Deus, Deus meus  schola
Claudio Monteverdi - Messa a Quattro voci da cappella coro(dalla "Selva morale e spirituale")
Credo 
Sanctus/Benedictus
 Communio Ego sum pastor bonus schola
Claudio Monteverdi - Messa a Quattro voci da cappella coro(dalla "Selva morale e spirituale")
Agnus Dei
Claudio Monteverdi
Ite missa est
Cantate Domino a 6 voci coro
 
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale, via V. Bellini 2 – 20122 Milano
Tel e fax 02.76317176 - e-mail: lacappellamusicale@libero.it - sito www.lacappellamusicale.com
 
Direzione Artistica: Edoardo Bellotti e Maurizio Salerno
Coordinamento e comunicazione: Lucia Olivares
 
Note al programma:
L'appuntamento conclusivo dell'undicesima edizione di Due Organi in Concerto si svolgerà all'interno della liturgia: domenica 25 aprile (ore 17.15), nel corso della celebrazione della S. Messa, il Coro Sicardo di Cremona, diretto da Fulvio Rampi, propone la Messa a quattro voci da cappella dalla "Selva morale e spirituale" di Claudio Monteverdi, affiancata alle pagine gregoriane del Proprium adatte alla IV domenica di Pasqua, sottolineando ancora una volta il legame indissolubile tra queste partiture, l'ambiente architettonico della chiesa e l'atmosfera della liturgia.
 
È ormai tradizione che la rassegna "Due Organi in concerto" proponga al suo interno l'esecuzione di una composizione sacra nel contesto di un'autentica celebrazione liturgica. Quest'anno è la Messa a 4 voci da Cappella di Claudio Monteverdi ad accompagnare la celebrazione della Messa vespertina. La Selva morale e spirituale può considerarsi il vero e proprio manifesto della "Seconda Prattica" nell'ambito della musica sacra. Voci e strumenti, soli e tutti si alternano in questa ampia raccolta di materiale liturgico e devozionale. Potrebbe sorprendere il fatto che, all'interno di siffatta raccolta, si trovi una messa a 4 voci definita "da cappella", e cioè non concertata con strumenti secondo l'uso moderno, ma che sembra riprendere modi e stilemi dello stile antico, radicati nella polifonia rinascimentale. In realtà è importante ricordare come la "seconda prattica" non rappresentò mai un radicale rifiuto del passato, ma che l'alternanza di nuovo ed antico, di modernità e di tradizione, fu una prassi costante nel barocco fino a Bach. Monteverdi fu proprio maestro nell'armonizzare lo "stil moderno" con lo "stile antiquo", nel fondere le nuove possibilità espressive della monodia con la solenne complessità del contrappunto rinascimentale, operazione che nei medesimi anni Frescobaldi tentava con successo nel campo della musica strumentale per tastiera. Va però detto che, ad un'analisi più attenta della polifonia monteverdiana, non possono sfuggire alcune particolarità: soprattutto una nuova declamazione del testo ed una cura della linea melodica e del dialogo tra le voci che conferiscono alla partitura un senso di teatralità assente nella purezza della polifonia rinascimentale: è come se Monteverdi, anche nella elaborazione del tessuto polifonico, desse a ciascuna voce un ruolo di personaggio, quella gestualità e quel senso retorico che aveva sviluppato nella sua produzione melodrammatica. Il Seicento è teatro, ed anche nella polifonia sacra le voci si atteggiano ad attori che recitano un dramma sacro: l'altare è il palcoscenico su cui si rappresenta il dramma più alto della storia umana, il Figlio di Dio che offre la sua vita per riscattare l'umanità. La musica è partecipe di questo dramma, come avviene in forma evidente anche nella produzione organistica cattolica (si pensi alla Toccata per l'elevazione): essa ha il compito di introdurre l'assemblea nei misteri della fede, troppo grandi per essere compresi con la ragione, ma accessibili attraverso il cuore "commosso".
La particolarità di proporre una Messa nel contesto della Messa (passi la tautologia), sta nel fatto che le sue parti si collocano separatamente all'interno del rito, alternandosi ad altri eventi musicali e non, come il canto gregoriano o gli interventi dell'organo, od anche a silenzi, preghiere e letture. Solo nel contesto liturgico si ritrova il giusto equilibrio musicale tra le parti di una Messa, certamente concepita come elemento unitario ma anche elaborata in perfetta armonizzazione con gli altri ingredienti (passi la parola) del rito.
La Messa di Monteverdi sorprende all'ascolto per la sua modernità, pur nel mutato contesto liturgico, perché perfettamente in grado ancora oggi di "elevare gli animi a Dio ed alle cose celesti", un difficile compito per la musica sacra ribadito anche dal Vaticano II.
 

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