2013_07_26 Ultrapadum con l'Orchestra di Fiati dei Pomeriggi Musicali

XXI Festival Ultrapadum
Venerdì 26 Luglio 2013, ore 21:15
Anfiteatro, Volpara (Pv)
Classici e prime esecuzioni assolute
Orchestra di Fiati dei Pomeriggi Musicali
Direttore: Paolo Volta
Ingresso libero
(in caso di maltempo il concerto si terrà in idoneo luogo coperto)

Pavia, Luglio 2013 – Sedicesima tappa del Festival Ultrapadum venerdì 26 Luglio e seconda in quel di Volpara: sul palco dell’Anfiteatro Costantino di via Roma i musicisti dell’Orchestra di Fiati dei Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Paolo Volta per una serata in musica nella quale il pubblico potrà ascoltare non solo le più belle pagine per fiati dell’ampio catalogo musicale lirico-sinfonico ma anche due prime esecuzioni assolute, composizioni firmate da quelli che rappresentano e rappresenteranno il futuro della musica colta italiana: Fusion of Archetypes di Andrea Portera, eclettico compositore di musica contemporanea e sperimentale classe 1973 e docente di composizione alla Scuola di Fiesole) e Il Lamento del Tartaro del 22enne Timoteo Carbone, tra i finalisti del Concorso Veretti 2013 e selezionato dai Pomeriggi Musicali proprio per questa creazione.
In scaletta Rossini, Puccini, Mozart e Bizet ma anche Wagner e Verdi (doppio il tributo al Maestro di Busseto, di cui verranno eseguiti due brani, rispettivamente da Traviata e da Nabucco)  dei quali quest’anno ricorre il bicentenario dalla nascita. 

Questo il programma:
G. Rossini, Ouverture da La Cenerentola
W. A. Mozart, Duetto di Papageno e Papagena da Il Flauto Magico
G. Verdi, Coro di Zingarelle e coro di Mattadori da La Traviata
R. Wagner, Preludio Atto I da I Maestri Cantori di Norimberga
G. Bizet, Ouverture da Carmen
A. Portera, Fusion of Archetypes (prima esecuzione assoluta)
G. Puccini, Intermezzo Atto III da Manon Lescaut
T. Carbone, Lamento del Tartaro (prima esecuzione assoluta)
G. Verdi, Sinfonia da Nabucco
Dopo gli spettacoli, imperdibile un calice di vino degli ottimi produttori locali, magari di Moscato - di cui Volpara è patria indiscussa, da degustare presso Il Tempio del Moscato.
Info per il pubblico
Società dell’Accademia di Voghera, tel: 335/66.80.112 www.festivalultrapadum.com
Agenzia Réclam – Pavia, tel: 347/72.64.448 - 346/05.69.658
Mail: agenziareclam@gmail.com

“Fusion of Archetypes" di Andrea Portera
Andrea Portera presenta così la sua creazione: “Fusion of Archetypes"  è un brano basato sulla stratificazione di più melodie, tutte di carattere tribale, etnico, con lo scopo di sovrapporre dei tessuti antropologici di culture diverse al fine di irradiare l'ascoltatore con la lingua sonora del mondo, una sorta di lingua madre primordiale in grado di sollecitare, ancor prima dell'intelletto, l'intuito. Attraverso la stratificazione dei messaggi musicali la razionalità non riesce a percepire l'insieme di più concetti contemporaneamente e deve quindi affidarsi all'istinto, canale principale che ci collega al nostro inconscio. Proprio qui,  nelle nostre profondità interiori, quelle che Jung definisce "inconscio collettivo", prende vita il mio tentativo di arrivare agli archetipi, di sollecitare l'ascoltatore ad avvertire la sensazione di un legame con un concetto profondo e innato, che connette ognuno di noi con la propria storia, la propria stirpe, la personale energia (per noi occidentali "Panica") spesso offuscata da dogmi e congetture più attuali. Quasi un'utopia per le ambizioni di un brano musicale, ma il linguaggio dei suoni, in questa direzione, può oltrepassare il confine di "arte" e diventare viaggio, messaggio, terapia. Fusion of Archetypes è quindi un momento di musicoterapia teso a entrare in contatto con la nostra antropologia, il nostro inconscio.

"Il Lamento del Tartaro" di Timoteo Carbone
E' il secondo inedito che verrà proposto venerdì sera: a firmarlo Timoteo Carbone, classe 1991, che con questo pezzo si rifà alla mitologia e alla sperimentazione, alla luce dopo il buio: “Il Lamento del Tartaro vuole essere una esplorazione di un paesaggio vasto misterioso – sottolinea il giovane Carbone -  Un canto partirà intimo e solitario per arrivare a coinvolgere l'ambiente circostante cambiando la compattezza dei vari elementi: da solidi e opachi ci sarà una trasformazione a liquidi e brillanti. Come se questa melodia si alzasse sempre di più nell'aria del Tartaro fino a intravedere le luci e un ambiente differente”.

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