2013_07_28 LaVerdi ultima tappa del progetto Chaplin

AUDITORIUM DI MILANO FONDAZIONE CARIPLO

UN’ESTATE CON LA MUSICA 2013
la stagione estiva de laVerdi
Nono e decimo appuntamento
Auditorium di Milano, largo Gustav Mahler
Domenica 28 luglio 2013_07_28 ore 18.00
Auditorium di Milano, largo Gustav Mahler
Charlie Chaplin  Luci della città
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Prosegue l’omaggio al cinema de Un’estate con la musica 2013, la stagione estiva de laVerdi e, in particolare, al cinema di Charlie Chaplin.
Domenica 28 luglio, ore 18.00, all’Auditorium di Milano in largo Mahler, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi completa il trittico dedicato al grande Charlot.
Dopo le colonne sonore dei film Il circo e La febbre dell’oro, laVerdi propone al proprio pubblico le musiche di un altro capolavoro del genio americano del cinema muto, Luci della città, sempre con l’affascinante formula dell’esecuzione musicale in sincrono con la proiezione del lungometraggio.
Per l’occasione, sarà uno specialista del genere a dirigere l’orchestra di largo Mahler: il tedesco di Bonn Helmut Imig.

Per informazioni e prenotazioni: 02.83389401/2/3, www.laverdi.org.
Biglietti: Euro 17,00/12,50/9,00

Il programma completo:
1. José Padilla Flower Girl Theme (Tema della fioraia)
2. John Stafford Smith The Star Spangled Banner
(La bandiera adorna di stelle, Inno degli Stati Uniti d’America)
3. Canto tradizionale, How Dry I Am (Quanto sono sobrio)
4. Chaplin, Beautiful Wonderful Eyes (Begli occhi meravigliosi)
5. Chaplin, Tomorrow the Sun Will Shine (Domani il sole splenderà
6. Chaplin, Happy Romance (Una storia d’amore felice)
7. Chaplin, Promenade (Passeggiata)

8. Chaplin, Orientale

9. José Padilla, La violetera (La venditrice di violette)


Chaplin diede a Luci della città (1931) il sottotitolo “una commedia romantica in pantomima”, ovvero non dialogata. L’avvertenza si rese necessaria in quanto il film usciva quando ormai il cinema sonoro aveva definitivamente soppiantato quello muto. “Io sono stato sempre contrario al  film parlato - aveva affermato un anno prima, nel 1930, Chaplin -. Tutto ciò che voi potrete dire contro di esso non eguaglierà mai il mio “silenzio” che di sicuro è più eloquente della mia voce (…). Il cinema è un’arte plastica che viene espressa essenzialmente attraverso le immagini (…). La mimica è una lingua compresa in tutto il mondo: una breve didascalia sottolinea l’azione. Questo è tutto”. Tuttavia le esigenze industriali e commerciali erano insuperabili e aveva perciò dovuto almeno in parte adeguarvisi: “Era il tramonto del cinema muto. Fu davvero un peccato, perché cominciava a perfezionarsi proprio allora (...). Io però ero deciso a continuare a fare film muti, perché credevo che ci fosse posto per ogni sorta di svaghi (...). Proseguii pertanto la lavorazione di Le luci della città. Impiegai più di un anno a girarlo, non restava che da registrare la musica. Uno dei vantaggi del sonoro consisteva nella possibilità di controllare la musica che perciò composi personalmente”.
Il film restò quindi muto quanto ai dialoghi, ma la colonna sonora venne infatti sincronizzata nella pellicola stessa, insieme a un commento vocale che sostituiva le didascalie esplicative disseminate lungo l’azione. In ogni caso la sequenza iniziale, in cui all’aria solenne dei monologhi inscenati corrisponde una serie di suoni irriverenti, costituisce un aperto sarcasmo verso il cinema parlato. I fatti, anche se per l’ultima volta, gli diedero ragione. A dispetto di quell’anacronismo, la “prima” al Los Angeles Theatre di Broadway fu uno degli avvenimenti memorabili nella storia di Hollywood, acclamato insieme ai suoi divi da un pubblico innumerevole fra cui Albert Einstein, ospite personale di Chaplin. La musica portante della colonna sonora è il tango di José Padilla, La violetera, da cui Chaplin era stato conquistato nell’interpretazione di Raquel Meller e che introdusse come motivo conduttore per il personaggio della fioraia cieca.  Celebre è anche il l’impiego dell’Inno nazionale americano per sottolineare l’irriverenza del vagabondo Charlot. I temi originali di Chaplin comprendono una fanfara, una frase di violoncello come un misto parodia dell’opera lirica e di romanze melodrammatiche nello stile di Al Jolson, il cantante interprete del primo film sonoro, un sottofondo jazz per il night club e un crescendo di tango per il match di boxe. Un nuovo tema musicale è dedicato al ritrovamento finale del vagabondo e della fioraia. 

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