2014_04_11 Accademia della Annunciata tra Napoli e Venezia

Venerdì 11 aprile 2014_04_11 ore 21:00 
Accademia della Annunciata - Abbiategrasso
Sabato 12 aprile 2014_04_11 ore 21:00
Teatro Cagnoni - Vigevano
“IN VIAGGIO TRA VENEZIA E NAPOLI”
Soprano solista : Sara Tisba
Accademia della Annunciata
Direttore: Riccardo Doni

Programma:
Antonio Vivaldi 
“In furore justissime irae” RV626 – Mottetto per soprano, archi e b.c.
Aria (allegro), recitativo, Aria (largo), Alleluia (allegro)
Concerto in si minore RV580 Op. 3 n.10 Per 4 violini, archi e b.c.
Allegro, Largo, Allegro
“Nulla in mundo pax sincera” RV630 - Mottetto per soprano, archi e b.c.
Aria (larghetto), recitativo, Aria (allegro), Alleluia
Francesco Durante
Concerto in sol minore Per violino concertante, archi e b.c.
Affettuoso, Presto, Largo affettuoso, Allegro
Giovan B. Pergolesi
“Orfeo” – Cantata per soprano, archi e b.c.
Recitativo accompagnato, Aria (amoroso), recitativo, Aria (presto).

Anche questa volta si è scelto un percorso musicale tematico ed il “soggetto” in questione è il viaggio. 
Un viaggio tra nord e sud, tra due italie barocche che fecero scuola e furono capaci di attirare verso il bel paese decine di migliaia di stranieri perché in esse si apprendeva in sapere di un’arte unica in tutta l’Europa.
Al veneziano Vivaldi, sono stati affiancati due grandissimi del barocco Napoletano( forse Pergolesi meno barocco e più tendente al classicismo ma la sua formazione è barocca) come Pergolesi appunto e Francesco Durante, forse poco conosciuto ma compositore capace di “tagliare l’anima" con certe pagine melodiche.
Non è stato tuttavia dimenticato che ci stiamo avvicinando alla S. Pasqua onde per cui questo è anche un “viaggio Pasquale” per tanti modi; di Vivaldi, infatti, sono stati scelti anche due Mottetti Sacri che ben illustrano il tema della Redenzione e del Perdono.

Un concerto questo, il 5°della stagione, che pone forte attenzione ad un ipotetico, non che stimolante, viaggio musicale tematico tra due delle capitali del Barocco Italiano, Venezia e Napoli. Questo “tragitto di suoni” e di opere scelte, ben si colloca e si lega al periodo Pasquale ormai prossimo. Due sono i mottetti scelti, entrambi di Vivaldi. Il primo “Nulla in mundo pax sincera” fu scritto in pieno stile barocco veneziano e si sofferma sulle imperfezioni del mondo e la sua malvagità, pieno di peccato e di odio ed esorta Gesù Cristo a intercedere per la nostra salvezza. “In furore justissime irae” fu composto nel 1720 durante un viaggio a Roma ed è una composizione che pone subito la sua attenzione sulla doppia figura di Dio e Gesù. Vivaldi apre con un'aria tempestosa completamente di unisoni e discese cromatiche raffiguranti l'ira di Dio ed il peccato dell'umanità. Il secondo breve movimento consiste in una richiesta di misericordia, mentre il terzo passaggio, che è abbastanza lento e lirico, vorrebbe ammorbidire il cuore del Salvatore così da ottenere la Grazia per tutti i peccatori. La conclusione è un vigoroso Alleluia. 
Il Concerto per 4 violini del compositore veneziano, Antonio Vivaldi, è tratto dall’ “Estro Armonico”, sontuosa composizione attraverso la quale Vivaldi ebbe grandissima fama in tutta Europa. Il concerto in questione è composizione avvolgente e virtuosa che sottolinea momenti di grande virtuosismo. 
Il napoletano Francesco Durante rimane ad oggi hai più un compositore semi sconosciuto, eppure la sua musica ebbe grande risalto e valore nel panorama del Barocco Italiano. Ne è la prova questo bellissimo ed intenso concerto per violino che tra colori ed espressioni sonore riesce a regalare momenti di intensa bellezza e di eleganza descrittiva. Va ricordato ad onore di Durante, e per sottolinearne la grandezza, che lo stesso fu maestro di Niccolò Jommelli, G.B. Pergolesi, Giovanni Paisiello e molti altri ancora che fecero di Napoli un polo alternativo a Venezia nel campo del Barocco musicale. 
Proprio Pergolesi conclude il concerto della serata con una cantata che non sfigura per nulla davanti alle grandi opere vocali del compositore come lo Stabat Mater. Non è chiaro se Pergolesi avesse all’epoca approfondito il trattato operistico di Monteverdi della leggenda di Orfeo o se avesse disegnato la propria partitura partendo da qual bellissimo lavoro, di certo l'intera cantata è una miscela di stili abbagliante che risalgono al 17 °sec. e da grande esempio di un delicato connubio  tra galante melodia e sapiente scrittura ricca di dettagli sonori, ricercatezze e cromatismi il tutto in uno stile quasi dissonante per l’epoca, ma assai apprezzato.

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