2014_10_03 Un concerto danzato, dirige Michele Pasotti

PAVIA BAROCCA 2014
RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA ANTICA DEL COLLEGIO GHISLIERI
Venerdì 3 ottobre 2014_10_03, ore 21.00
Aula Magna del Collegio Ghislieri - Pavia
METAMORFOSI ‘300
Trasformazioni del mito nell’Ars Nova
Un concerto danzato
In programma
In Nova Fert/Garrit Gallus/Neuma - Philippe de Vitry (f. prima metà del XIV sec.)
Phyton, le mervilleus Serpent - Guillaume de Machaut (c.1300-1377)
Strinçe la Man (strumentale) - Bartolino da Padova (c.1365-1405)
Non più Infelice - Don Paolo da Firenze (c.1355-dopo1436)
Sì chome al Canto della bella Iguana - Jacopo da Bologna (f.1340-?1386)
Fenice fu - Jacopo da Bologna
Tre Fontane (strumentale) - Anonimo (codex London add 29987)
Par le grant Senz d'Adriane - Philipoctus de Caserta (f. II metà del XIV sec.)
Constantia (strumentale) - Anonimo (codex Faenza 117)
Calextone, qui fut Dame terrouse - Solage (f. fine del XIV sec.)
Je suy navvrés/Gnaff’a le Guagnele - Antonio Zacara da Teramo (1350/60-dopo 1413)
Qual perseguita dal suo Servo Dafne - Niccolò da Perugia (f. II metà del XIV sec.)
Non al suo Amante più Diana piacque - Jacopo da Bologna
Non al so Amante (strumentale) - Anonimo (codex Faenza 117)
Già da Rete d'Amor - Matteo da Perugia (f. I quarto del sec. XV)
Sì dolce non sonò col Lir’ Orfeo - Francesco Landini da Firenze (c.1325-1397)
La Fonte Musica
Alena Dantcheva soprano
Francesca Cassinari soprano
Gianluca Ferrarini tenore
Efix Puleo viella da braccio
Teodoro Baù viella da gamba
Federica Bianchi clavisimbalum
Núria Sala Grau danza
Michele Pasotti liuto e direzione
Biglietti di ingresso
da euro 6.00 a euro 18.00
www.vivaticket.it
www.ghislierimusica.org
«La cultura del Trecento italiano e francese vive una rinascita dell’antichità che si è soliti associare all’Umanesimo quattrocentesco. Metamorfosi '300 è una ricerca sonora sul mito nel tardo medioevo. Gli antichi miti della classicità, tramandati soprattutto attraverso le Metamorfosi di Ovidio e le sue traduzioni e attualizzazioni medievali ritornano in alcuni brani appartenenti al repertorio dell’Ars Nova. Ma il mito non torna senza metamorfosi: da manifestazione della verità di un mondo politeistico, si tramuta di volta in volta in favola morale, exemplum che insegna accordandosi con il sistema di vizi e virtù della morale cristiana, oppure in storia d'amore, archetipo delle pene, della bellezza, dell'impossibilità dell'amor cortese. Soprattutto questa seconda traduzione della metamorfosi come effetto della forza d'amore è la novità dei maestri italiani. Nei loro testi il mito perde la sua funzione morale per servire la corte d'amore e si odono cantare l’errore dell'amore di Narciso per sé solo, l’amore di Febo per Dafne, la brama di Atteone e la bellezza inattingibile di Diana, il ratto di Proserpina, l'amore di Arianna per Teseo, Marsia, Filomena, Anfione, Medusa tutti in coro e infine (all'inizio) il canto corruttore della bella Yguana, la maga-sirena simbolo della seduzione metamorfica delle apparenze e dell’incanto ipnotico della musica.
“Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre” scriveva Salustio a proposito della materia mitologica. E infatti, a partire dal '300, la musica occidentale si è sempre nutrita alla fonte del mito. Quando i compositori non hanno attinto alla grande favola sacra cristiana, quando la storia da mettere in musica era “profana”, il ritorno al mito come grande e insuperato repertorio di storie esemplari, di archetipi narrativi in cui tutti si possono sempre riconoscere è stato costante. Un ritorno all'antico che nasce nel Trecento e caratterizza la lunga gestazione e le prime prove del genere più importante del repertorio profano: l'opera.
Per evidenziare, portare a visione il racconto del mito che spesso è solo accennato e dato per noto nelle composizioni trecentesche, abbiamo proposto a una danzatrice esperta in danze narrative (quella indiana per eccellenza) di raccontare con i gesti e con il corpo quello che la musica sottintende. Ne è nata l'idea di un concerto danzato in cui i miti prendono forma davanti a noi, quasi come se la danza fosse il nostro ricordo delle antiche storie a cui la musica fa riferimento». (Michele Pasotti)

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