2014_12_29 Beethoven e la Nona Sinfonia tradizionale giro di boa tra anno vecchio e nuovo a LaVerdi

lunedì 29 dicembre 2014_12_29 (sempre alle ore 20.00)
martedì 30 dicembre 2014_12_30 (sempre alle ore 20.00)
mercoledì 31 dicembre 2014_12_31 (sempre alle ore 20.00)
giovedì 1 gennaio 2015_01_01 ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2013/14 “del Ventennale”
Stagione Sinfonica 2014-2015
Capodanno con laVerdi, 
Beethoven e la Nona Sinfonia
prodigioso gesto di Pace e Libertà
Meeta Raval (soprano)
Stefanie Irányi (mezzosoprano)
Rudolf Rosen (basso)
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Maestro del Coro Erina Gambarini

(biglietti euro 50,00/17,50; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio),  orari apertura: lun – ven  ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334  www.laverdi.org). 

Per la sedicesima volta consecutiva, laVerdi brinderà al nuovo anno con il suo pubblico e con i milanesi tutti, intonando le note immortali del prodigioso Inno alla Gioia (e a Pace e Libertà), esaltante finale della Nona Sinfonia di Beethoven, che risuoneranno all’Auditorium di Milano in largo Mahler per quattro appuntamenti consecutivi: lunedì 29, martedì 30, mercoledì 31 dicembre 2014 (sempre alle ore 20.00) e giovedì 1 gennaio 2015 (ore 16.00), all’insegna di una tradizione che lega idealmente – nel segno della musica -  Milano, Berlino, Vienna e New York.
E l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ritrova per l’occasione un grande e atteso ritorno nella bacchetta del Oleg Caetani – di casa in largo Mahler dall’ormai lontano 1999 - che dirigerà laVerdi per la prima volta nell’esecuzione del capolavoro del genio di Bonn, insieme con il Coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, sotto la guida del Choir Master Erina Gambarini. Sul palco, a completare uno scenario d’impatto inimitabile - con circa 200 persone tra musicisti e orchestrali – un parterre di solisti di rango internazionale, composto da Meeta Raval (soprano), Stefanie Irányi (mezzosoprano), Danilo Formaggia (tenore), Rudolf Rosen (basso). 

Cenone di Capodanno in tram
Sono aperte le prenotazioni per il cenone di San Silvestro, mercoledì 31 dicembre dopo il concerto (ore 21.30), sul tram storico Atmosfera, con partenza davanti all’Auditorium (concerto più cena euro 150 a persona, solo cena euro 120; info e prenotazioni: tel. 02/83389331-238 – e mail: abbonati@laverdi.org.

Programma
Quando la Nona fu eseguita per la prima volta a Vienna (al Teatro di Porta Carinzia, il 7 maggio del 1824), la Capitale degli Asburgo venne piacevolmente coinvolta in un appuntamento di cui si era persa da tempo la consuetudine. In effetti, Ludwig van Beethoven non regalava ai viennesi una nuova sinfonia da tempo immemorabile. L’ultimo lavoro di questo genere uscito dalla sua penna era stato messo in cartellone ormai una decina d’anni prima - esattamente il 27 febbraio 1814 - quando l’Ottava aveva ottenuto un buon consenso di pubblico e qualche segno d’incomprensione da parte della critica.
La parziale incomprensione dell’Ottava non aveva certo impedito a Beethoven di progettare nuove sinfonie, anche se il compositore parve dedicarsi, per gli anni a seguire, con maggiore dedizione alla cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, consegnando alla storia senza sosta una serie impressionante di capolavori. 
Ma certamente l’estrema sinfonia beethoveniana appare come apportatrice di un’urgenza espressiva capace di trasferirsi in musica con una forza inaudita. Attraverso l’uso del coro, infatti, la partitura può trasmettere con maggiore energia un concetto filosofico, un “programma” che diviene evidente e definitivamente riconoscibile nell’Inno alla Gioia, testo amatissimo che il compositore tedesco aveva progettato di mettere in musica verso per verso addirittura dal 1793. E così, alla “prima” viennese, accompagnata da un successo enorme, il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di Beethoven, di quell’uomo burbero e scontroso che senza arrendersi alle avversità aveva concepito in musica la rappresentazione di una tensione illuministica finalizzata al raggiungimento della felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando la virtù. Da quel 7 maggio del 1824 la Nona, pubblicata nel 1826 da Schott e dedicata A Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, non smetterà più di circolare, di essere eseguita e di continuare a commuoverci, simboleggiando con forza il testamento spirituale e la forza morale di un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia della nostra cultura.  

Il critico musicale Enzo Beacco così commenta l’appuntamento che ormai da  16 stagioni consecutive a laVerdi segna la fine dell’anno e inaugura quello nuovo:

“Abnorme e  rivoluzionaria, esaltante e misteriosa, la Nona sinfonia di Beethoven a ogni ascolto porta emozioni nuove e imprevedibili. È per questo, e non per banale consuetudine, che viene proposta in ogni nostra stagione nei critici giorni che segnano la fine dell’anno maturato e l’inizio di quello nuovo. Per questo è affidata a interpreti diversi, che sull’impianto fisso della nostra orchestra e del nostro coro, sappiano guidarci nella scoperta di percorsi  finora inesplorati eppure connaturati alla gran partitura.
“Quest’anno sale sul podio Oleg Caetani, un direttore che conosciamo bene, perché da tanti anni collabora alla Verdi, con mirabili interpretazioni di Sostakovic (memorabile la sua lettura dell’Ottava nella stagione scorsa, e dell’intero ciclo sinfonico registrato negli anni) e di altri capolavori classici e romantici. È la prima volta che per noi dirige la Nona, con una nuova compagnia di solisti di canto. La sua formazione, la sua esperienza anche nel teatro d’avanguardia ci lascia immaginare una versione drammatica e intensa di un capolavoro in bilico costante  fra monumentalità della struttura e intensità dell’espressione.”  

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