2016_02_04 laVerdi propone la sinfonia corale con solo pianoforte

Giovedì  4 febbraio (ore 20.30 )primo concerto straordinario de laVerdiMaurizio Baglini esegue la Nona Sinfonia di Beethoven al pianoforte (trascrizione Franz Liszt), con il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi e voci soliste.Auditorium di Milano in largo Mahler.
Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 9 
nella trascrizione di Franz Liszt:
Concerto Straordinario La Nona che non ti aspetti
Cinzia Forte (soprano)
Beatrice Mezzanotte (mezzosoprano)
Carlo Allemano (tenore)
Ugo Guagliardo (basso)
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi diretto da Erina Gambarini
Maurizio Baglini, pianoforte.

Quella dei concerti straordinari è una vera e propria “stagione nella stagione” de laVerdi, che offre al pubblico milanese, nel corso dell’anno, una serie di eventi speciali,  legati ad anniversari, celebrazioni, commemorazioni, ma non solo.
Del tutto originale è la prima locandina dell’anno, che giovedì 4 febbraio (ore 20.30), vede tornare protagonista all’Auditorium di Milano la Nona sinfonia di Beethoven, ma in una forma senz’altro nuova e originale per gran parte del pubblico.  Maurizio Baglini infatti interpreta al pianoforte la Sinfonia n. 9 del Genio di Bonn nella trascrizione di Franz Liszt:  un capolavoro immortale per un autentico monumento della trascrizione. Sul palco di largo Mahler, anche il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi in formazione cameristica, che intonerà le note immortali dell’Inno alla Gioia, sotto la guida di Erina Gambarini, e le voci soliste di Cinzia Forte (soprano), Beatrice Mezzanotte (mezzosoprano), Carlo Allemano (tenore), Ugo Guagliardo (basso). 
Il pianista toscano, che ha inciso per Decca nel 2009 la trascrizione per pianoforte solo di Liszt, affronta dunque con tecnica prodigiosa e lucidità interpretativa queste affascinanti pagine di musica che esaltano tutte le possibilità espressive dello strumento, in questa speciale occasione dal vivo anche con coro e voci soliste. 
“La domanda che si pone l’esecutore in procinto di affrontare tali trascrizioni – dichiara Maurizio Baglini - è la seguente: è lecito proporre lavori che esistono esclusivamente perché è stata messa mano ad opere di genesi perfetta? La risposta è affermativa se tali operazioni sono compiute da un genio: e Liszt, contrariamente alle dozzinali e riduttive connotazioni spesso attribuitegli impropriamente, quali ‘titano del pianoforte’, o ‘virtuoso dei virtuosi’, era appunto una persona di genio”.
(Biglietti: euro 25,00/10,00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00, chiuso lunedì Tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.)

La Nona di Beethoven nella trascrizione di Liszt
“Il nome di Beethoven è sacro nell’arte. Le sue Sinfonie sono oggigiorno universalmente riconosciute come veri e propri capolavori.“ Così esordisce Franz Liszt nella prefazione, redatta a Roma nel 1864 in un francese puro quanto essenzialmente diretto e toccante, alla prima pubblicazione, presso l’ editore Breitkopf & Haertel, delle nove Sinfonie di Beethoven trascritte dallo stesso Liszt per pianoforte. 
Liszt infatti, grazie ai progressi tecnologici compiuti dai costruttori di pianoforti negli anni 50 e 60 del XIX secolo, sintetizzabili nell’estensione della tastiera “a sette ottave“ e nell’avvento del telaio in ghisa, ritiene che, a partire dal 1850 circa, tutta la letteratura, anche la più complessa, destinata al più esteso organico sinfonico immaginabile, sia eseguibile da un solo strumento, il pianoforte appunto. 
Il pianoforte diventa quindi lo strumento di spettacolo per eccellenza, quello che riunisce il maggior numero di persone nelle sale da concerto e non più un’ esigua élite intellettuale presente nei salotti. Grazie alla figura dello stesso Liszt il processo di affermazione del pianoforte è assoluto. 
Il musicista ungherese incarna oltretutto, a livello storico universale, la figura del mirabile genio poliedrico e dell’artista polivalente: pianista ineguagliabile, direttore d’orchestra, compositore, coreografo, uomo di teatro, scrittore, poliglotta e profondo conoscitore della letteratura, della poesia, delle Sacre Scritture e di pressoché tutto l’apparato culturale esistente all’ epoca. Come risultato teorematico di tanta sapienza, si evince che il solo Franz Liszt sia stato effettivamente degno di affrontare trascrizioni di opere di per sé intoccabili, quali le Nove Sinfonie di Beethoven, con risultati creativi di pregio. Maurizio Baglini
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