2016_06_28 Angela Hewitt torna con il Concerto n. 1 di Brahms a laVerdi

Martedì 28 Giugno 2016_06_28 20:30
Mercoledì 29 Giugno 2016_06_29 20:00
Auditorium di Milano, largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2016
Angela Hewitt torna con il Concerto n. 1 di Brahms  

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi 

ore 18:00 conferenza di presentazione

La fuoriclasse canadese torna all’Auditorium  di Milano, con laVerdi diretta dal finnico  Hannu Lintu al debutto in largo Mahler,  alla vigilia del “bis” al Trasimeno Music Festival 
L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, il pianoforte di Angela Hewitt e la bacchetta di Hannu Lintu saranno i protagonisti dell’evento di apertura del Trasimeno Music Festival 2016, giovedì 30 giugno, a Perugia, nella suggestiva cornice della basilica di San Pietro, con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 di Brahms e la Sinfonia n. 4 di Schumann. Lo stesso programma sarà proposto al pubblico milanese in anteprima martedì 28 (ore 20.30) e mercoledì 29 (ore 20.00), all’Auditorium di Milano, nell’ambito della Stagione sinfonica de laVerdi.  
Angela Hewitt, con laVerdi diretta da Jader Bignamini, ha eseguito il Concerto n. 1 di Šostakovic all’Auditorium di Milano il 9/10/12 giugno.
Martedì 28, all’Auditorium (ore 18.00, Foyer della balconata, ingresso libero), Enrico Reggiani sarà il relatore della tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto, dal titolo “Il Romanticismo di Schumann”, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano.
(Biglietti: euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3;  on line:  www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Programma
La gestazione del primo Concerto per pianoforte e orchestra di Brahms fu lunga e tormentata, e avvenne per fasi successive. Il lavoro, opera giovanile abbozzata negli anni 1852-53, avrebbe dovuto portare alla creazione di una Sinfonia, come l’autore desiderava e come anche il suo mentore Robert Schumann si era entusiasticamente augurato. Il genere, dopo anni di composizioni puramente virtuosistiche, proprio con Schumann era tornato a stabilire un giusto equilibrio tra solista e orchestra. Brahms però pensava a qualcosa di più avanzato, riscoprendo nella forma concerto un contenitore in grado di sfruttare le conquiste nate in ambito sinfonico, ma non aveva il coraggio di avvicinarsi subito a un genere come quello del concerto pianistico. Così, nell’aprile del 1854, aggirò il problema cominciando ad abbozzare un lavoro per due pianoforti; poi pensò a una sinfonia; infine decise di farsi coraggio e intraprese la stesura di un concerto per pianoforte e orchestra. Il lavoro fu particolarmente travagliato e solo nel 1858, dopo quattro anni di ripensamenti, il Concerto in Re minore op.15 arrivò a presentarsi al mondo musicale nella sua veste definitiva. Fu eseguito per la prima volta alla Konzertsaal dell'Hoftheater di Hannover il 22 gennaio 1859.
Schumann scrisse la Sinfonia n. 4 nel 1841, subito dopo aver pubblicato la Sinfonia Primavera. Ma la prima esecuzione, avvenuta al Gewandhaus il 6 dicembre dello stesso anno, fu accolta piuttosto freddamente dal pubblico di Lipsia. Per uno come Schumann, consapevole di aver già scritto a soli trent’anni una fetta importante di tutta la sua produzione (dieci anni di musica pianistica), l’insuccesso era un’esperienza sostanzialmente nuova. Era difficile reagire al primo vero scacco; e cosi la partitura della Sinfonia in Re minore finì in fondo a un cassetto. Ci sarebbero voluti ben 12 anni, nonché altre due sinfonie, perché il compositore di Zwickau sentisse il bisogno di riprendere in mano quel lavoro. Lo stimolo prese forma a Düsseldorf, nel 1852, durante il periodo trascorso dal compositore alla direzione della Società Corale. Anni difficili, sia sotto il profilo nervoso, ormai sempre più instabile, sia sotto il profilo professionale. Difficile anche ricostruire con precisione l’entità dei singoli ritocchi tra le due versioni; ma ciò che fa della Sinfonia in Re minore un’opera unica è proprio la sovrapposizione tra due pensieri musicali diversi: da una parte lo Schumann impetuoso del periodo giovanile, con i suoi temi taglienti, dall’altra l’uomo maturo che ha abbandonato le armi del combattente per ritirarsi in disparte a osservare le inquietudini della generazione contemporanea.

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