2010_03_24 La caccia di Lo Cascio

Mercoledì 24 marzo 2010, ore 21
Teatro Fraschini - Pavia
La caccia
di Luigi Lo Cascio
liberamente ispirato a Baccanti di Euripide
uno spettacolo ideato da Nicola Console, Luigi Lo Cascio, Alice Mangano, Desideria Rayner
con Luigi Lo Cascio e Pietro Rosa
regia di Luigi Lo Cascio
scene e art direction Alice Mangano
scene e disegni Nicola Console
suoni e montaggio video Desideria Rayner
musiche originali Andrea Rocca
disegno luci Stefano Mazzanti
ideazione sonora Mauro Forte
una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia
spettacolo vincitore del Biglietto d’oro per il teatro 2008

Il viaggio intrapreso da Luigi Lo Cascio insieme al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia inizia nel 1995 con lo spettacolo Verso Tebe, che rivela il desiderio dell’attore di cimentarsi nella ricerca di nuove possibilità offerte dalla riscrittura scenica delle tragedie di Euripide. Già prima era stato coinvolto nella drammaturgia collettiva del Labirinto di Orfeo, oggi è invece il protagonista assoluto di questa curiosa versione delle Baccanti, di cui è non solo interprete ma anche drammaturgo e regista.
Se da una parte i significati più profondi emergono dal testo, dall’altra la scena pullula di elementi virtuali, video, disegni, animazioni, tutte create da un team di artisti visivi (Nicola Console, Alice Mangano, Desideria Mayer). Anche l’elemento musicale, così connaturato al genere tragico, è scritto per l’occasione da Andrea Rocca e segue passo dopo passo il testo. Il protagonista, unica figura fisica presente in scena, ma mai sola perché accerchiata da questo impianto multimediale, veste una tuta bianca da schermidore – cavaliere ariostesco, a tratti si trasforma in figura femminile, intessendo un dialogo con se stesso. E’ Penteo, il re che decide di combattere il disordine provocato dall’invasamento dionisiaco delle donne, che si fa egli stesso cacciatore, pronto a combattere i costumi lascivi stimolati dalla danza e dall’ebrezza alcolica che la misteriosa divinità infonde. Una “soggettiva” dei pensieri e dei sogni del tiranno di Tebe, di una mente ordinata contro Dioniso, il dio del disordine, di un cacciatore desideroso di stanare quella entità/divinità inafferrabile. Intorno a lui si materializzano figure mitologiche, i disegni animati dell’indovino Tiresia e del re Cadmo, un alter ego di Penteo attraverso la voce e l’immagine di un bambino.
Luigi Lo Cascio è capace di entrare in una dimensione che si può definire “sacra”, e da’ voce e corpo ad un Penteo che rappresenta una visione parziale, che da lucida si trasforma in allucinata ed annebbiata. Tormentato ed inquieto, vorrà vedere ad ogni costo le donne che danzano sul monte Cicerone, con uno sguardo ed un impeto che diventerà sempre più febbrile. Fino allo smembramento finale. E sembra di intravedere, nell’avventura di Penteo, una metafora dei nostri tempi, che subiscono il fascino dei media e del consumismo.

Luigi Lo Cascio, attore

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